Una Rosa è arrivata e una Rosa è partita
Potrei dire che per noi è stato un terzo figlio, nel periodo delle superiori, amico di Fede, di Giulia, e poi vicino nei momenti difficili, sempre con il suo inconfondibile sorriso.
Poi Barbara, simili nel modo di fare, nell’aiutare il prossimo, vedi l’emergenza terremoto che li ha visti impegnati nei primissimi giorni di bisogno, allegri, complici.
Dalla partecipazione alla funzione non si può non dedurre che lasciano tracce ovunque passano, ovviamente positive, cariche di amicizia, infatti tanti amici di entrambe hanno affollato la chiesa.
Sono molto felice per tutti e due, per i loro genitori, e per mio figlio che ha due Amici così.
Siate felici, con i migliori auguri
Marisa & Giovanni
I ricordi dei tuoi compleanni sono sempre vivi, ci hai regalato una piccola parte della tua vita così intensa che, anche dopo tanti anni di assenza, ci riempie di ricordi bellissimi!!!!!
Un bacio grande alla nostra Stella
Cara Giulia, ed ecco un nuovo anno, di nuovo senza di te, di nuovo alla ricerca di cose belle, salute, felicità, lavoro, famiglia, scoperte, ricerca, aiuti umanitari.
E’ la vita che va avanti, e per fortuna che la speranza non ci abbandona, ed infatti la mia speranza è che se c’è una sola piccola possibilità che aldilà di questa vita ci sei tu, vivo serena. Ma come sai per me tutto si è fermato nell’attimo che il tuo sorriso si è spento.
Però sappi che ogni alito di vento che mi sfiora penso a te, ogni momento ogni giorno.
Mamma
I ricordi più belli sono legati all’infanzia e all’adolescenza, con il suo carattere solare e amicone riusciva a trasmettere amore e amicizia.
Forza da rivendere, dopo essere rimasta sola a 39 anni, a fianco di nonno, altro pilastro della famiglia, ha tirato su due figli, ricostruito una casa dopo il terremoto, portato avanti le terre, gli animali, senza cedere mai.
Io la fotografo nei momenti vari della mia vita, sempre contenta di ospitarmi, visto che ero la femminuccia di casa, coccolandomi, comprandomi la prima giacca a vento da Bassetti a Posta perchè dovevo imparare a sciare, mettendomi sugli sci davanti alla costarella di casa, oppure portandomi ad ammucchiare il grano, a trebbiare, lasciandomi addirittura a casa un giorno che era andata in gita a Loreto e ad una certa ora sono dovuta scendere nella stalla a mungere le sue vaccarelle.
Poi l’adolescenza con la comitiva che, al contrario di mamma, mi faceva frequentare senza troppi problemi, beccandosi anche qualche shampoo da Giggia, aveva il piacere che tutti quei ragazzi frequentassero casa.
Vendeva bombole a gas e quando andava a consegnarle io l’accompagnavo, ed è stato con lei che ho portato al mitica Renault 4, mi ha insegnato, anche se il cambio davanti al cruscotto era un dramma!!!
E poi il terremoto, i lunghi anni dentro le casette di plastica, ma lei anche lì vedeva il lato positivo, “non mi sembrava vero di stare tra tante persone” diceva e per lei quel periodo anche se faticosissimo, è rimasto bellissimo.
I matrimoni dei figli, i nipoti, un altro terremoto, tutto vissuto nella normalità, ma la perdita della forza, le malattie, la vecchiaia non le ha accettate.
Ma era possibile ciò per una guerriera come lei?
Discuteva con tanti, ma era amica di tutti.
Grazie di essere esistita
Ciao zia Annita