…ti hanno raffigurato in mille modi e per questo ci hai altrettante volte spaventato. Sei nei nostri sogni, dietro l’angolo di casa, nei fatti della vita. Rappresenti la nostra angoscia, i nostri dubbi, la nostra miseria. Ma ora stai esagerando. Quanto bisogna urlare per rappresentarti ora il nostro sdegno? Con quanta voce dobbiamo gridarti in faccia che ormai stai barando nel gioco più antico e scontato del mondo. Eppure sai quanto è facile sopraffarci, distruggerci, annullarci. Ma almeno rispetta le regole. Quelle che hai dettato fin dall’inizio, quelle con cui ci rapportiamo in ogni istante della nostra vita. Questa vita che è sempre più in balia delle tue stramberie, delle tue ingiustizie, dei tuoi continui mutamenti d’umore. Ma come puoi pensare che si resti muti di fronte ad un dolore così grande? Perché ancora una giovane? C’eravamo noi, chi più e chi meno, pronti da tempo. Noi che abbiamo vissuto, che abbiamo apprezzato e disprezzato questa vita. Noi che li abbiamo cresciuti, che li abbiamo sorretti nei primi passi, noi che ci abbiamo giocato e, con loro, riso e pianto. Noi che per loro e di loro abbiamo sognato e immaginato. Noi che avremmo sicuramente strappato meno lacrime e lasciato meno vuoto. Noi che ora ti gridiamo in faccia tutto il nostro disprezzo perché non è giusto sopravvivere ai nostri figli, perché sei riuscita ancora una volta a fermare il mondo, ancora una volta a rendere irrespirabile l’aria e perché ci hai tolto ancora un pezzo di quella vita che provi ogni giorno a portarci via. Ma tu che vivi nell’ombra, dove il sole non riscalda, tu che non hai provato nessuna emozione dinanzi a quegli occhi verdi, sappi che, quando vorrai, ci troverai sì inermi, ma questa volta rassegnati, senza più la paura d’incontrati e, credimi, dovrai tapparti le orecchie perché continueremo a gridarti in faccia il nostro sdegno, il nostro disprezzo, il nostro incolmabile dolore, la nostra rabbia.
E che tutto questo ti accechi ancor più di quanto tu non veda, ti geli ancor più di quanto il tuo essere ti intorpidisca, ti stremi ancor più di quanto hai questa volta distrutto noi. Per il dolore di una comunità intera, per ogni sorriso che ci hai strappato, per Giulia.
by Anonimo